Trattamento Cognitivo Comportamentale dell'Insonnia e dei disturbi del sonno
È il disturbo del sonno più frequente, colpisce se pure in forma lieve e occasionale la maggior parte della popolazione del mondo industrializzato con ripercussioni sulla sfera emotiva, cognitiva e somatica, fino a risultare invalidante. Stando gli ultimi dati raccolti dal San Raffaele di Milano, soffre di insonnia persistente circa il 10% della popolazione mondiale; un altro 10% è rappresentato non da veri insonni, ma da coloro che dormono poco e male. Stress, ansia e depressione sono alla base di circa il 50% di tutti questi disturbi. L'insonnia può essere determinata da stati di ansia e stress che tendono ad alterare il ciclo sonno-veglia, da fattori biologici e neurologici e dallo stile di vita (persone che lavorano di notte e dormono di giorno). In ogni caso è un problema da combattere in quanto l'alterazione o l'assenza di sonno nuoce gravemente alla salute, perché produce obesità, depressione e alterazioni del sistema immunitario. Inoltre, l'insonnia incide molto sul nostro umore: se non dormiamo siamo più irritabili, nervosi, reattivi, abbiamo minore capacità ci concentrazione e di attenzione e siamo tendenzialmente disforici e depressi. Molto spesso si è tentati di combattere l'insonnia con i farmaci: le prescrizioni di medicinali cosiddetti "ipnoinducenti" sono costantemente in aumento, nonostante abbiano pesanti effetti collaterali e diano forte dipendenza e assuefazione. Per questo, ultimamente le linee guida internazionali di medicina del sonno suggeriscono di intraprendere un percorso ad approccio cognitivo-comportamentale, che si pone quale obiettivo la regolazione delle abitudini errate rispetto al nostro sonno, nonché di individuare e correggere i pensieri disfunzionali che facciamo rispetto al sonno e alla mancanza di sonno. Obiettivo del seminario sarà quello di fornire una prima indicazione sull’approccio della CBT all’insonnia primaria.